Anahata |
Caro Papa Ratzinger,
mi piacerebbe rivolgermi a te come a un padre spirituale, ma provo timore. E lo ammetto, anche una certa diffidenza. Vedi, tu che ti riconosci come sommo tramite tra l'Umanità e Dio, e non voglio assolutamente entrare nel merito di come questo tuo "incarico" ti sia stato affidato, insegni alle persone le regole, che tu chiami precetti, sul modo corretto di vivere nell'amore totale con il Divino Supremo. Nella mia breve e piccola esperienza di vita io Sento che Dio è Amore incondizionato, Dio è Gioia incondizionata, Dio è Pace incondizionata; ne ho le prove tutti i giorni. E tu stesso mi confermi tutto ciò. Lo ripeti continuamente nelle tue omelie e sostieni di agire con questa assoluta convinzione, da te chiamata Fede. Quello che vorrei domandarti è perché tante persone cattoliche che amano profondamente Dio sono condannate a vivere nel dolore e nel senso di colpa, nel momento in cui si trovano a confrontarsi con le naturali vicende del loro quotidiano cammino terrestre; secondo il tuo insindacabile giudizio, infatti, se non osservano scrupolosamente queste "regole" il loro comportamento diviene indegno dell'Amore di Dio, e di conseguenza, viene loro impedito di accogliere il sacramento dell'Eucarestia che la tua chiesa cattolica riconosce essere l'atto supremo di comunione con il Divino. E per scontare questa indegnità, queste persone devote conducono un'esistenza lacerata senza via d'uscita, senza la possibilità di sentirsi meritevoli dell'Amore incondizionato di Dio. Se con tanta devozione e convincimento si sono sposate con la benedizione di Dio e oggi scoprono che questo atto, allora ritenuto benedetto e indissolubile, era in realtà semplicemente un errore, o forse per un certo periodo è stato un dono, ma poi nel tempo si è rivelato un inferno, dimmi: cosa devono fare? Perché vedi, queste tue regole non permettono loro di continuare a entrare in comunione con Dio, a meno che non rinuncino per sempre a ricevere amore da altre persone che non siano il proprio coniuge. Anche nel caso in cui non siano loro ad aver scelto di interrompere questo "contratto" matrimoniale. Ma lo sai quante sono queste persone devote che vivono in questo stato? Lo sai quanto dolore, quanta solitudine, quanta inadeguatezza provano quotidianamente queste persone devote? Vengono private del fine principe della vita che è quello di donare e di ricevere Amore; e se invece cadono in "tentazione" di Amare ancora, vengono rifiutate e ritenute reiette proprio da colei, la chiesa cattolica, che si definisce amorevole e sicuro rifugio. Non pensi sia forse arrivato il momento di consentire loro di ritrovare la pace o forse semplicemente di dire la verità? Che Dio è Amore, che Dio vive in ogni atomo di questo Universo, che Dio non chiede niente in cambio, tranne l'Amore? Perché non iniziare a sgretolare quella lunga lista di costruzioni mentali, prodotte dall'ego umano delle gerarchie ecclesiastiche? Divieto dell'uso del profilattico anche nei casi di rischio per la salute e la vita delle persone, divieto di avere rapporti sessuali prima del matrimonio, divieto di interrompere una gravidanza anche nei casi di rischio per la salute e la vita della donna, divieto di intrattenere relazioni omosessuali, divieto del sacerdozio femminile, obbligo del celibato per i sacerdoti. Queste sono, tra le regole da te imposte, soltanto quelle più eclatanti.
Attanagliare dal dubbio e dal senso di colpa le persone è un metodo di controllo delle menti ampiamente noto. Solo attraverso la conoscenza ed una maggiore consapevolezza l'umanità potrà riappropriarsi del massimo diritto di nascita: il proprio potere personale.