martedì 17 agosto 2010

Lui scappa...perché Lei è troppo bella e intelligente

L'invidia, quella brutta bestia, ho sempre pensato che fosse un “sentimento” da riservare alle persone più ricche, magari dei conoscenti che vivono in una meravigliosa villa, che vanno in vacanza alle Seychelles oppure alle amiche perché più brillanti o fortunate con gli uomini, nel caso della ben nota invidia al femminile o agli amici (forma decisamente meno diffusa) nei riguardi di uomini che hanno successo e potere in società. Il modus operandi delle persona invidiosa è un classico ben noto: prima ti ammira, poi ti controlla e infine mette in atto tutte le strategie per dimostrare al mondo e a se stessa che non vali niente, fino ad arrivare, nei casi più patologici, alla diffamazione premeditata nell'intento di distruggerti. Ero convinta di essere una personcina assolutamente libera da questa forma di dipendenza morbosa da quello che possono essere, fare o avere gli altri, ma ho avuto la "fortuna" di scoprire sulla mia pelle un aspetto ancora ignoto di invidia; io sono stata per anni inconsapevole vittima della più sordida e viscida delle invidie: quella del partner. Attenzione, non confondiamoci con la gelosia, a mio parere entro limiti di decenza, un sentimento naturale e costruttivo, che può avere un importante ruolo di collante nelle coppie. Perché io credo che la sana gelosia è sempre scaturita dall'amore, mentre l'invidia inevitabilmente si accompagna a emozioni meno nobili, fino ad arrivare all'odio. Proprio quello che è successo a me. La nostra coppia, questo va detto, non era proprio di quelle standard: noi due, visti assieme, ricordavamo un quadro cubista, tanta poca era l'armonia fisica. Ora brevemente la storia, mi permetto però di raccontarla in terza persona, tenterò in tal modo di essere assolutamente imparziale. Lei alta, taglia 42, fluenti capelli biondi, carina, bel portamento, lui basso, molto basso, grasso, molto grasso (130 chili), testone grosso poggiato su un collo assente, tutto pancia, sedere sgonfio come un pallone bucato, braccia e gambe tozze: in compenso un bello sguardo, profondo e allo stesso tempo da bambino, bei capelli e...direi che per la parte fisica ci siamo. Eppure, lei, sostenitrice convinta del fatto che l'amore sia cieco, non si è mai soffermata sulle di lui caratteristiche morfologiche tanto fuori norma. Cosa ben più difficile è stata, semmai, farlo accettare alle persone vicine: la famiglia, le amiche e gli amici, i conoscenti sono sempre stati increduli, alcuni sotto choc, non smettevano di chiedersi come fosse possibile che una ragazza carina etc... potesse stare con un tale pezzo d'uomo. Lei diceva che erano dei razzisti, dei superficiali, che l'aspetto fisico delle persone non ha niente a che vedere con la qualità intrinseca della loro essenza. E invece, almeno in questo caso, si sbagliava. Perché lui, via via che la storia cresceva, da un'iniziale atteggiamento di dolcezza, generosità e apprezzamento, ha cominciato a far emergere comportamenti distruttivi nei riguardi di lei, trasformandosi, giorno dopo giorno, in un essere meschino, patetico e talvolta violento. In questa casa aleggiava una sorta di serpeggiante disprezzo: “che brutti piedi che hai” e lei gli rispondeva “ma sono un 38, sono piedi da sportiva”, “ti metti i pantaloni bianchi solo per sottolineare che hai il sedere piccolo” e lei “ma veramente il bianco va di moda quest'anno”, “fai di tutto per metterti in mostra, per fare invidia alle tue amiche, a tua sorella etc...” e lei “veramente io sono solo me stessa”. Insomma, un'escalation di critiche, giudizi sprezzanti, ma vuoti di contenuti. Lei, persa nei meandri delle sue illusioni, si guardava i piedi e si diceva: “in effetti, non sono piedi da giapponese, ma io mi ci trovo bene” Ma il bello doveva venire. Gli attacchi si stavano spostando anche sul versante caratteriale: lei, persona riservata, un po' timida, delicata con tutti, se capitava (ed era molto raro) che in pubblico attirasse l'attenzione su di sé, per aver detto qualcosa di brillante o aver fatto ridere gli altri, prontamente lui la zittiva: “sei sempre al centro dell'attenzione, sei un'egocentrica, fai la sacerdotessa” e lei “ma se ho detto due parole in tutta la sera, sei tu che non la smetti da due ore!” oppure durante le cene organizzate a casa, rivolto agli ospiti (lui è un bravo cuoco): “vedete quante belle pietanze vi ho preparato, lei invece se potesse se le mangerebbe da sola, lei non è per la condivisione, pensa solo a se stessa”. Beh si, a questo punto lei ha cominciato a risvegliarsi dal torpore...effettivamente c'era qualcosa che non tornava. Lei aveva l'impressione di vivere con il nemico in casa. Vani i tentativi da parte di lei di capire cosa stesse accadendo: lui rispondeva che aveva un non ben identificato “malessere”, che ad ogni modo era tutta colpa di lei (questo lo dite tutti, cari maschi). Ora, non vorrei dilungarmi troppo, fatto sta che lui, un bel giorno, dalla sera alla mattina, è scappato dando come unica spiegazione “il malessere”. Ancora oggi, dopo diversi mesi, lui non ha il coraggio di incontrarla, le due volte che è capitato si è messo a piangere dicendo che è arrivato a buon punto: gli sta passando il malessere; poi è subito fuggito come una lepre. Lei si è fatta una bella dose di seghe mentali e poi è arrivata alla conclusione: il malessere era pura invidia. Anche le persone che frequentavano la coppia, un po' stupite, le hanno detto: “ma perché non te n'eri accorta che quello moriva d'invidia nei tuoi riguardi?” Dunque, care amiche se il vostro partner esagera con le critiche e tenta quotidianamente di sminuirvi, non sentitevi minimamente in colpa: questa è la prova che voi siete perfette! E lui è solo un pavido, di solito ha avuto una madre racchia, ignorante e ossessiva e un'infanzia terribile e per questo, voi, secondo la sua mente invidiosa, dovreste essere punite perché troppo vitali, brillanti e amorevoli nei confronti di voi stesse, in primis e poi dell'universo che vi circonda.

7 commenti:

  1. Ciao TopaGalante,
    ho letto con attenzione il tuo post. Ma secondo te, una cosa simile può succedere anche a ruoli invertiti? Ti spiego, la mia ragazza mi ha lasciato dall'oggi al domani per un altro. Questo "altro" è un ragazzo che lei definiva sfigato con le donne, un 31enne che si veste da ragazzino, ecc ecc. Per me è stata una mazzata tremenda, ma ora, dopo più di 3 mesi, ragionando a freddo, sono arrivato alla tua stessa conclusione. Perché muovermi spesso critihe? Perché sminuirmi quando avevo dei motivi per essere felice? Perché dirmi "non andare troppo in palestra, non ti voglio palestrato, ti voglio con la pancia"? Lei non era una gran bellezza, io non sono Brad Pitt ma so di piacere. Ho vissuto un'esperienza simile alla tua più sul piano "intellettivo-culturale" che fisico, anche se ricordo che lei mi rimproverava di voler sempre essere al centro dell'attenzione (quando io non è che lo volevo, ma essendo un ragazzo parecchio socievole non avevo difficoltà a trovarmici al centro dell'attenzione). Le motivazioni che mi ha dato per avermi lasciato sono state tutte insulse, e anche lei ha parlato di "sensazioni" che non sapeva spiegarsi. È davvero brutto sentirsi puniti per delle doti che si hanno. L'invidia è proprio una brutta bestia.

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  2. Caro,
    l'invidia è la culla dell'insicurezza, del non sapersi accettare..non ti sai amare e quindi non puoi amare gli altri..Le persone come noi, vitali e gioiose per natura non sono certo esenti da incertezze e debolezze..ma hanno una sorta di fede incrollabile, grazie alla quale riescono sempre a mettere in primo piano la positività e la ricerca dell'armonia, piuttosto che stare a guardare le pecche degli altri, fare confronti distruttivi e cercare la sfida..questo nostro atteggiamento però, ha difficoltà ad entrare in risonanza con quello delle persone insicure, anzi le fa andare in bestia..vorrebbero essere così, ma mai e poi mai verrebbero da noi a chiederci come fare...quindi ci scrutano (pensa che ho scoperto da qualche giorno che il mio ex, negli ultimi due anni, si copiava dei miei scritti, frugando nei miei appunti, che poi si spediva a una sua email di nascosto)e se non riescono a capire, allora ci devono eliminare e andare a cercare persone da loro ritenute "inferiori"...
    Quindi io consiglio di cercare di sentire una buona dose di compassione per questi esseri indifesi; riguardo a noi, magari, almeno per quel che mi riguarda, evitare di scivolare tra l'eccesso di ego e l'eccesso di vittimismo, ma rimanere ben centrati su noi stessi..
    un caro saluto

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  3. Cara TopaGalante,
    che interessante il tuo post! anche perchè purtroppo anche a me sta succedendo qualcosa di simile...sto con un ragazzo ed abbiamo un'attività insieme (un hobby a dire il vero): le persone spesso mi fanno i complimenti, mi dicono quanto sono in gamba, e a lui sembra dia fastidio, anche se non lo ammetterebbe mai. A volte io ho delle idee e lui le divulga spacciandole per sue. in più ha cominciato a infierire sull'aspetto sessuale dicendo che dovrei essere diversa, che lui non è soddisfatto..che io non lo desidero (ma se è bellissimo!!!)...mi ripete mille volte che lui potrebbe avere mille donne ed io mi chiedo. ma perchè allora non mi molla? fortunatamente non è sempre così..ma questa situazione sta cominciando a pesarmi e sto cominciando a pensare di non aiutarlo più e di lasciarlo nel suo brodo. Tu che ne pensi?
    Ciaooo!

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  4. Cara da quello che scrivi mi sembra di intuire che il tuo ragazzo rientri nella categoria "ho paura". Di solito le paure sono di non essere accettato, di non essere all'altezza (il suo pensiero è: se non mi desideri follemente, allora vuol dire che non valgo abbastanza per te) dunque una continua richiesta di conferme:
    sappi che dietro ogni attacco, provocazione e pretesto si nasconde sempre un bisogno dell'ego, è l'ego che ama vivere nella paura, che pretende sempre la massima attenzione e ci fa credere che la nostra felicità dipenda dall'esterno, dagli altri. Poi si insinua l'invidia per i tuoi piccoli successi e questo non fa che confermare le sue paure. Poiché non otterrà mai quello che "crede" di aver bisogno e cioé totale dedizione da parte tua e essere sempre in primo piano, temo che prima o poi tenterà di far precipitare le cose. In fondo è più facile dare la colpa agli altri che assumersi la responsabilità di se stessi. Quello che puoi fare tu è: rimanere assolutamente te stessa, è inutile cambiare tanto il problema non sei tu ma è dentro di lui; puoi però rassicurarlo con atti di accoglienza, ma senza farti trascinare in discussioni: se ti provoca fagli un sorriso, se ti critica svia il discorso, sempre col sorriso. L'obiettivo è mostrargli il suo percorso che è guardare in faccia le proprie insicurezze e accettarsi per quello che è; fargli capire che tu ci sei per aiutarlo, ma non per essere il suo caprio espiatorio.
    In bocca al lupo! e fammi sapere come va..

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  5. Caspita come hai fatto? è proprio così...ha sempre bisogno di certezza, di rassicurazioni, di conferme...da parte di tutti! fino a qualche giorno fa non muoveva foglia senza che io non avessi approvato la cosa! è di una insicurezza disarmante...e quando poi gli dico "allora lasciami", "allora basta"...lui incomincia con la solita serie di frasi "io non ti merito e non capisco perchè stai con me.." e non sono balle per farsi lasciare o lasciarmi. Lo pensa davvero! Non sa nemmeno lui cosa vuole: sembra che non conosca se stesso...deve imparare ad accettarsi e a volersi bene, invece sembra come imprigionato in una gabbia di paure, ansie, insicurezze...e pensare che avrebbe tutto per essere felice. Vorrei aiutarlo ma non so come fare. Uff..come siamo complicati :) Scusa lo sfogo.

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  6. Comprendere tutta la felicità che ci arriva dall'esterno, dagli altri, è possibile solamente se sappiamo coltivare la nostra felicità interiore: ecco perché spesso siamo portati a credere che una data persona ha tutto per essere felice...in realtà ha quasi tutto, ciò che le manca è proprio l'essere in grado di stare bene con se stessa. Aiutare queste persone è impresa ardua. Dalla mia esperienza ho capito che non è produttivo sbattere in faccia questa scomoda verità; a nessuno piace sentirsi dire: caro sei così fortunato, eppure proprio non capisci niente di quello che hai. Tanto più che le persone così insicure non accettano minimamente di farsi aiutare da chi gli sta accanto: lo ritengono fastidioso e umiliante. Più facile per loro trovare conforto con persone meno intime o con buone letture, magari che trattano argomenti sull'evoluzione personale, autostima o simili. Alle volte un libro può fare davvero molto. Pensaci, potrebbe essere un bel regalo per Natale.
    ciao!

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  7. Grazie per il consiglio che seguirò :) e...quanto hai ragione :)

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