sabato 18 settembre 2010

Se il P.I.L. aumenta, diminuisce il benessere

Non passa giorno che sui giornali e telegiornali faccia notizia il valore del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo http://it.wikipedia.org/wiki/Prodotto_interno_lordo): persi tre punti, guadagnati due, il P.I.L. della Cina è cresciuto del 9%. E tutti noi a dire: “ah, visto? Con questo P.I.L. si capisce che siamo in piena ripresa” nel caso di un aumento, mentre nell'eventualità di un ribasso “Accidenti, se continua a scendere così andremo in rovina”. L'importante è, in ogni caso, mentre si esprimono queste valutazioni, non smettere di acquistare prodotti inutili, inquinanti, che prosciugano le risorse del pianeta, che magari sfruttano il lavoro minorile, che il più delle volte risultano essere meri doppioni di oggetti che abbiamo già, perfettamente funzionanti. Qualche esempio: cellulari, I-Pad, televisori, scarpe da tennis alla moda (la moda di chi?) elettrodomestici di ignota utilità che puntualmente finiscono nelle cantine e poi, dopo congruo mea culpa, a ingrassare le discariche. Per non parlare dei farmaci: una vera sciagura. Malattie inventate, sintomi di malattie note improvvisamente ampliati, psicosi generate da allarmismi privi di fondamento, sponsorizzazioni massicce di prodotti contro i pruriti di varia natura e localizzazione (di solito quando si ha un prurito ci si gratta e poi passa). E il cittadino, che ha assunto non a caso il nome di consumatore, si muove sul filo del P.I.L. con la costante tensione verso l'oggetto di “ultima generazione” e se non se lo può permettere, o si indebita fino all'osso o cade in depressione, preda della frustrazione da mancanza. Infatti l'unico vero responsabile delle crisi economiche è lui, il consumer, che ha il compito di mantenere in efficienza l'economia e per fare questo non può di certo tenersi lo stesso telefonino per più di 10/12 mesi; se nella scorsa stagione andavano i jeans a sigaretta, stai tranquillo che quest'anno gli tocca la zampa di elefante e così via.
E la disoccupazione? (notizia del giorno: entro il 2010 più licenziati che nuovi assunti) Sempre colpa del consumer, poiché si è astenuto (oberato dai finanziamenti e dalle carte di debito) dall'acquistare la bufala di turno, lanciata sul mercato tramite campagne pubblicitarie milionarie. Se poi la figura del consumatore coincide con quella del lavoratore o cassintegrato/disoccupato, è solo incidentale. Se ti spendi tutto lo stipendio e anche di più, ti garantisci il lavoro. Altrimenti rizzati!
Mi rendo conto che il tema è di estrema complessità, è una magagna che appare irrisolvibile, le menti illuminate dell'economia se ne tengono prudentemente alla larga. Eppure la rotta si può invertire cominciando nel nostro quotidiano dalle piccole cose; richiede due condizioni essenziali: un impegno minimo e un numero massiccio di persone. Il potere del consumatore consapevole è smisurato, può controllare il mercato e pretendere maggiore rapporto qualità/prezzo semplicemente operando le giuste scelte, andando a premiare chi produce il buono al giusto costo e boicottando chi invece punta al guadagno selvaggio e propina prodotti scadenti. È una questione di discernimento, basato su semplici valutazioni:
1- quanto ho davvero bisogno di quel prodotto (tenendo sempre conto dell'impatto sulla salute e sull'ambiente)?
2- chi lo produce secondo i migliori criteri qualitativi e non fa uso di pubblicità ingannevole?
Rispondendo a queste domande potremmo orientare le nostre scelte e determinare un nuovo più sano andamento della domanda e offerta di mercato.

mercoledì 8 settembre 2010

Popolo leghista? SVEGLIA!!

È il suo modo di esprimersi ...bleeerr...sprooott...prriiinnnn


Rispetto al gatto che dice “mamma!” o il cane che canta il motivetto del cartone animato “Heidi, Heidi ti sorridono i monti” (recitals a cui ho personalmente assistito) oggi tutti gli evoluzionisti del mondo si stanno chiedendo: “Ma Bossi a che punto si trova nella catena evolutiva?“ Secondo Darwin sarebbe in piena involuzione, probabilmente potrebbe essere proprio lui l'anello mancante tra la scimmia e l'ominide...Il cervello ce l'ha, ma ancora non sa cosa farsene.
Lui è comunque un personaggio che gode di svariati benefits, senza peraltro sforzarsi particolarmente in attività di natura intellettuale o creativa.
Quello che invece sgomenta il Cittadino Italiano medio, da almeno un ventennio, è una semplice domanda: “Come si fa?” non tanto a votare lega nord, in quanto, si sa, il voto oramai è mercenario. Ciò che ha dell'incredibile è come ci si possa riconoscere, in tutta coscienza, nei “valori” leghisti: Padania, Alberto da Giussano, il Barbarossa, celodurismo, xenofobia, reato di immigrazione clandestina, Roma ladrona (basti pensare a Ballaman, il presidente leghista del Consiglio della Regione Friuli, che scorrazza con l'auto blu facendosi gli affaracci suoi).
Ma un tentativo va fatto: proviamo a immaginare i motivi di questa devozione/deviazione. Senza pretendere di fare analisi sociologiche, ma basandomi su conoscenze dirette, l'aspetto che salta all'occhio è il Q.I. Inesistente o, nei casi meno gravi, molto basso. Per Q.I. si vuole intendere la capacità di elaborare in maniera critica e autonoma fatti e idee. Ma la questione essenziale del Q.I. è averne, di idee. Il leghista medio pare che abbia riempito un certo vuoto (nella maggior parte dei casi lasciato dalla Democrazia Cristiana) con concetti elementari. Alcuni semplici quanto sconfortanti esempi: la terra dove abitiamo è solo nostra, le uniche tradizioni giuste sono le nostre, se parli una lingua diversa, hai un colore della pelle diverso, professi una religione diversa sei un inferiore e naturalmente non puoi fare parte della nostra comunità.

Se ci fosse altro che mi sfugge, sarei felice di apprendere.

lunedì 6 settembre 2010

E ora Fini ci sistema tutti?

Che la sinistra o quello che ne rimane, meglio identificato come Partito Democratico si trovasse in una fase di impasse di idee, in una profonda crisi identitaria, in uno sconquasso creativo, in una perdita di consapevolezza, questo lo avevamo capito e anche gli stessi più alti dirigenti politici, dopo una lunga agonia, malati com'erano di scarso senso della realtà, alla fine ci erano arrivati. Consumati dal disgusto per il popul-berlusconismo, i democratici passavano le loro giornate (e le nottate sia beninteso!) nell'ozioso quanto inutile, almeno ai cittadini, lavorio di spartizione delle cariche in base alla provenienza partitica, in seguito alle mozioni di appartenenza, nonché al sesso, all'età, insomma in base a qualsiasi criterio reale o immaginario si presentasse poco poco credibile. Intanto il popolo democratico si rodeva l'animo chiedendosi quando sarebbero finite queste manfrine e quando sarebbe invece cominciata la battaglia a Silvio. Quella dura, quella che non fa prigionieri, un po' stile Di Pietro, ma più raffinata, senza fare tutti quegli strafalcioni grammatico-lessicali. E senza colpire direttamente la persona, poiché noi siamo dei buoni-sti, le persone vanno rispettate, gli attacchi vanno sferrati sul piano politico, sul programma, sul rispetto della Costituzione etc etc.. e invece guarda un po' a cosa dovevano assistere gli elettori del PD: a SuperFini che, lanciatosi dalla finestra di Montecitorio, sfreccia all'assalto di Berlusconi e senza tanti giri di parole ma con il giusto garbo, mette in fila tutte le magagne del suo Capo (a questo punto ex).. ad oggi non credo ci sia nessuno di più credibile di lui, vista la lunga e stretta frequentazione avuta con il Premier. Sarebbe come essere sposati da tanti anni con una persona e poi, una volta che ci si è stufati della difficile convivenza, andare a spifferare agli amici tutti i peggiori vizi e difetti dell'amato (si puliva i denti con le unghie, non si faceva spesso il bidé, origliava alla porta dei vicini...qui l'elenco potrebbe essere infinito). Beh, ci sarà qualcuno che esprimerà parole di sdegno di fronte a un comportamento così poco corretto, mentre i più, è facile che sosterranno che effettivamente avevano intuito tutta quella serie di “porcherie”, ma non se la sentivano di fargliele notare, in fondo è un nostro amico, qualche favore ce l'ha fatto, qualche altro ce lo potrebbe fare. E ora che succederà? Citando da un articolo pubblicato sul sito di Fare Futuro: “C'è un modo diverso dal berlusconismo: ora è chiaro per tutti”.